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Agroalimentare, Editoriale

Olivigni e Olio dei Monti Dauni

04 giugno 2023

Ascoli Satriano (Fg) – La nostra testata, come sapete, si occupa fin dalla sua nascita di olio e di ulivi. Questa pianta e questo prodotto sono, a nostro avviso, tra i maggiori patrimoni agroalimentari del nostro Paese e lo sviluppo di filiere sostenibili e di qualità potrebbe essere un volano incredibile di sviluppo ambientale e sociale per tanti territori.

Da tanti anni, dunque, ci occupiamo di filiere di prodotti e di prezzo per quanto riguarda l’olio, con un occhio di riguardo per i Monti Dauni, un territorio di grande valore che non é quasi mai riuscito a fare squadra e a promuovere i propri olii, con i produttori spesso vittime di speculazioni economiche e della concorrenza, difficilissima da reggere, di grandi aziende che quasi mai garantiscono una valorizzazione delle cultivar locali.

In un contesto che resta difficile, non solo nei Monti Dauni, l’olio sta comunque vivendo un momento positivo, con diversi progetti di valorizzazione e di vera e propria scoperta dell’olio come prodotto di qualità, molteplice nelle sue forme e nelle sue proprietà. Se pensiamo agli sforzi di Olioofficina, guidata dall’oleologo Luigi Caricato, che sta valorizzando la dizione olivigni per parlare delle molteplici varietà di olio, ai progetti di valorizzazione delle piccole produzioni locali di Slow Food e a un modo nuovo di raccontare l’uso dell’olio in cucina di Gambero Rosso, si profila un quadro mano a mano più positivo, dove le qualità dell’olio iniziano a venire raccontate in modo più diffuso.

La nostra testata non vuole smettere di raccontare questo cambiamento, focalizzandoci sul racconto delle piccole produzioni di qualità, sugli assaggi (da intendere come qualcosa di più di una semplice degustazione di un prodotto) e sul progetto, pronto a divenire realtà, dell’Olio500 di Mezzana della Terra.

Si tratta di un progetto di produzione di un olio naturale, che implica dunque biodiversità del suolo, prati permanenti, riposo dei terreni, inerbimento e interalbero. Si vuole in questo modo ottenere un olio nuovo e antico allo stesso tempo: antico perché prodotto a partire da olivigni naturali, nuovo perché frutto di una sperimentazione e di un dialogo naturale fra cultivar diverse, alcune antiche e autoctone e altre piantate di recente, autentiche novità sul territorio Dauno.

Il laboratorio Olio500 di Mezzana della Terra potrà così produrre tre blend di olii di Mezzana della Terra, il primo classico con varietà Ogliarola, Coratina, Nasuta e Leccino, gli altri due con un insieme di varietà che arriva a dieci, includendo varietà come Olivastra, Sant’Agostino, Sperone di Gallo e Frantoiana. Unire innovazione e recupero delle varietà antiche é, a nostro avviso, una strada giusta da percorrere soprattutto per creare una rete  di piccoli e microproduttori di olio d’eccellenza. Luigi M. D’Auria

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