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Eventi internazionali

Si é conclusa la grande avventura dell'Ente Risi all'EXPO

17 ottobre 2015

Si é conclusa la grande avventura dell’Ente Risi all’EXPO


EXPO – Nella cornice splendida ma in parte sottovalutata dal grande pubblico del Padiglione “Cibus  é Italia- Federalimentare” é andata in scena una serata splendida organizzata dall’Ente Nazionale Risi per festeggiare la fine dell’avventura dello stesso ente all’EXPO, probabilmente il più importante evento per il nostro Paese degli ultimi dieci anni insieme alle Olimpiadi di Torino 2006, in grado di “insidiare” questo evento soprattutto perché ha salvato una città, Torino, da una crisi profonda che avrebbe distrutto un’intera città, un po’ come quanto accaduto per Detroit, andata in default grazie alle conseguenze del fallimento del locale stabilimento della General Motors. Per non uscire troppo dal seminato, ci conviene concentrarci su questo splendido evento che, grazie all’abile regia del presentatore Patrizio Roversi, ha raccontato la storia del riso, cereale dalla storia ricca e in gran parte sconosciuta, esattamente come le sue proprietà benefiche, troppo spesso dimenticate da grandi aziende che, in nome dl profitto utilizzano alcuni “marchi” sicuri per guadagnare il più possibile, uccidendo, però, la biodiversità. Un esempio per tutti é il fenomeno del carnaroli, da tutti considerato pregiatissimo per la sua diffusione commerciale. Esso non é altro che un cocktail di diverse qualità poco conosciute, il cui nome non viene utilizzato per ragioni di marketing grazie ad un’Unione Europea dominata dai “baroni” delle grandi multinazionali del cibo e incapace di aiutare i contadini che si ribellano alle leggi (sbagliate) di certi mercati. Per non farsi abbindolare, quindi, occorre conoscere bene la storia di questo prodotto, la cui diffusione é stata favorita dalle ricerche in campo agricolo di un certo Leonardo da Vinci, che veniva consumato sia sulle tavole dei re che sui tavolacci dei lavoratori stagionali o delle mondine, diventate nel secondo dopoguerra simbolo di un’Italia ferita e da ricostruire completamente. Oggi, complice la crisi economica, il prodotti rischia di essere paragonato a parenti meno nobili, soprattutto le varietà asiatiche meno nobili, coltivate da una manodopera quasi sempre sottopagata, spesso grazie al tacito assenso dei regimi militari che governano quelle zone. L’EXPO, dunque, si presenta come un’occasione di rilancio che l’agente Nazionale Risi non ha voluto farsi scappare, organizzando incontri e seminari di altissimo livello, conclusi da una festa che ha il sapore di un nuovo battesimo.

Nel frattempo, prosegue l’instancabile lavoro del Science Park di Lodi, principale sede di incontri “fuori  EXPO” per tanti delegati e ministri dell’agricoltura di tanti Paesi del mondo che, grazie all’intermediazione di aziende che hanno creduto fortemente in questo progetto, come l’israeliana Netafim, hanno discudo di nuove tecnologie agricole e sviluppo sostenibile dell’agricoltura del nostro pianeta. Possiamo, quindi, affermare che, nonostante la scarsa visibilità mediatica, il Science Park abbia ottenuto risultati concreti per nutrire il pianeta che, per ora, l’Esposizione Universale può solo sognare.  A tutto ciò bisogna aggiungere il sostegno dato a tantissime aziende lombarde, che grazie al Parco possono guardare al futuro con serenità e con la “coscienza pulita” nei confronti del nostro pianeta. Per fortuna, almeno fino al 2020 questa autentica eccellenza italiana sarà finanziata dalla Regione Lombardia, sperando che i recenti scandali non portino amare sorprese. A questo punto si attende anche un impegno formale di Ministero e Governo visto che, finita la grande vetrina dell’EXPO, bisogna impegnarsi per non trasformare questa grande occasione di sviluppo per tutti noi in un luna Park capace solo di intrattenerci per sei mesi. Luigi M. D’Auria


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