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Tutela del territorio

Presentazione con sorpresa per il nuovo "Biodistretto del Tanaro"

10 dicembre 2016

Presentazione con sorpresa per il nuovo “Biodistretto del Tanaro” 

Surie di Clavesana (Cn) – Quello che doveva essere un semplice convegno potrebbe essersi trasformato nella prima pietra di un progetto concreto. Presso la chiesa di Sant’Anna delle Surìe di Clavesana, la Cantina sociale del comune cuneese ha organizzato uno splendido convegno dal titolo “Un nuovo biodistretto a Cavallo del Tanaro?” nell’ambito della bella manifestazione “Rock&The Wine”.

Nel corso della tavola rotonda, moderata dal giornalista Stefano Tesi, i presenti hanno avuto la possiblità di ascoltare diversi interventi di personalità importanti all’interno del territorio (come Anna e Giovanni Bracco, Direttore e presidente di Cantina Clavesana), ma anche esponenti del mondo delle istituzioni (come Monica Raspi, Vicepresidente del Biodistretto del Chianti, e l’assessore all’agricoltura della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero) e di esprimere la propria opinione sull’opportunità di creare un biodistretto a cavallo del Tanaro, in una zona compresa tra Dogliani e altri comuni dell’Alta Langa. 

Come testimoniato dalla dottoressa Raspi, l’obiettivo di un biodistretto é quello di migliorare la qualità della vita degli abitanti di un dato territorio favorendo l’utilizzo di un’agricoltura biologica e biodinamica, ma anche migliorando i servizi a disposizione degli abitanti, senza deturpare l’ambiente circostante. Creare un biodistretto nei comuni intorno a Dogliani e a Clavesana potrebbe essere il modo ideale per far conoscere nel mondo l’Alta Langa (da sempre meno considerata della Bassa Langa, quella di Alba, del Barbaresco e del Barolo), portandovi un turismo consapevole delle tipicità locali, come la nocciola tonda gentile, il vino Dogliani, la Capra di Langa e la carne Piemontese, soprattutto il bue grasso.  

Tuttavia, non tutti, tra i presenti all’incontro, erano favorevoli alla creazione di questo biodistretto. Molti, giustamente, si sono posti il problema della redditività di questa operazione, dato che l’Alta Langa non è affatto conosciuta fuori dai confini regionali come il Chianti, uno dei pochi biodistretti già operativi in Italia. Tra i dirigenti di molte associazioni di categoria, inoltre, non pochi non sembravano molto soddisfatti delle dichiarazioni di Giovanni Bracco, che ha ricordato a tutti che Cantina Clavesana non può finanziare da sola questa operazione. 

Verso la fine della bella mattinata, poi, é arrivata una vera e propria bomba giornalistica. Uno dei rappresentanti del Gal Mongioie, infatti, ha annunciato al pubblico la nascita di un biodistretto, comprendente tutti i quarantasei comuni di questo Gal (unico elemento di raccordo tra comuni molto diversi tra loro, che spaziano dalle colline di Clavesana alle montagne di Garessio). La notizia ha lasciato tutti di stucco, anche perché i dirigenti del Gal hanno lavorato sotto traccia, senza interpellare imprenditori e produttori, soprattutto dell’Alta Langa.

A questo punto, Cantina Clavesana e tutti coloro che vogliono un nuovo biodistretto a cavallo del Tanaro devono prendere una decisione, scegliendo se seguire il Gal Mongioie (che non ha dato vita ad un vero e proprio Biodistretto, quanto piuttosto ad una evoluzione del Progetto Leader) oppure se dare vita ad un progetto autonomo, creando finalmente una istituzione che tuteli l’Alta Langa e i suoi comuni. Molto, in ogni caso, dipenderà dall’effettiva validità del progetto del Gal Mongioie, che sarà presentato presso il Castello di Mombasiglio a metà gennaio. Donato D’Auria

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