Il Brunello di Montalcino è stato definito da Daniele Cernilli come “la via Montenapoleone del vino italiano”, un riconoscimento del suo status esclusivo e prestigioso nel panorama enologico. Durante una masterclass tenutasi il 15 ottobre 2024 a Milano, Cernilli ha guidato una degustazione orizzontale di dodici etichette del millesimo 2019, selezionate dal Consorzio del vino Brunello di Montalcino. Alla presenza di importanti figure come il presidente Fabrizio Bindocci e il direttore Andrea Machetti, Cernilli ha sottolineato la modernità di questo vino, che si distingue tra i grandi rossi della Toscana.
La storia del Brunello di Montalcino ha radici profonde, con le prime bottiglie prodotte già nel 1870, quando il vino era ottenuto da un blend di vitigni come ciliegiolo, canaiolo e colorino, prima di diventare, a partire dal 1967 con l’attribuzione della DOC, un vino composto esclusivamente da Sangiovese grosso. Cernilli ha evidenziato il carattere di viticoltura da vignaiolo che distingue il Brunello: un vino che è cresciuto grazie all’impegno di produttori locali piuttosto che a investimenti nobiliari, in contrasto con altre zone come Bolgheri. Questa crescita “dal basso” ha contribuito a rendere il Brunello di Montalcino un simbolo di qualità, costruito su un mosaico di terroir e comunità diverse.
Con una superficie vitata di circa 2100 ettari e una produzione che si aggira tra i 10 e i 12 milioni di bottiglie all’anno, il Brunello di Montalcino ha conquistato il mercato mondiale. Circa 2 milioni di bottiglie sono destinate al consumo interno, mentre il resto trova grande apprezzamento soprattutto negli Stati Uniti, che rappresentano un mercato particolarmente ricettivo. «Il Brunello è diventato un punto di riferimento, un’icona del made in Italy», ha affermato Cernilli, sottolineando come la crescita sia avvenuta in modo costante e senza eccessi, con una qualità mantenuta rigorosamente nel tempo.
La degustazione orizzontale ha visto i partecipanti confrontarsi con dodici calici di Brunello dell’annata 2019. Le tonalità, dal rosso rubino al granato, hanno subito colpito visivamente, mentre al palato la 2019 si è rivelata “un’annata arcigna”, con tannini incisivi ma equilibrati. Cernilli ha spiegato che l’annata si distingue per l’importanza dell’equilibrio tra acidità e tannini, elemento chiave per raggiungere l’armonia degustativa.
In sintesi, questa masterclass ha celebrato il Brunello di Montalcino come un’icona del vino italiano, con una produzione che continua a evolversi mantenendo inalterata la sua eccellenza e il suo prestigio internazionale.
Sesta di Sopra, Brunello di Montalcino DOCG 2019
Questa piccola azienda si distingue per la sua produzione di alta qualità, influenzata da un clima mediterraneo e da significative correnti ventose. Il suolo è di natura calcareo-argillosa a medio impasto, particolarmente adatto alla viticoltura del Sangiovese grosso. La vinificazione prevede un affinamento di 24 mesi in botti di rovere di Slavonia da 30 ettolitri, seguito da ulteriori 8 mesi di affinamento in bottiglia, per favorire l’evoluzione aromatica. Il vino si presenta di un colore rubino intenso, con un profilo olfattivo dominato da frutti di bosco maturi che si evolvono in delicate note speziate. Al palato, risalta per la sua struttura tannica decisa e una marcata presenza glicerica che amplifica la percezione alcolica. I sentori di frutta comprendono ciliegia e amarena, con una nota finale di spezie ben definita.
Pian delle Querci, Brunello di Montalcino DOCG 2019
Questo Brunello si distingue per la vivace acidità e i pronunciati sentori di ciliegia, che conferiscono al vino una forte salivazione. La cantina, a conduzione familiare, coltiva le proprie viti su un terreno misto argilloso, ricco di scheletro, situato a un’altitudine di circa 250 metri. Tale composizione del suolo, unita all’altezza, favorisce l’ottenimento di un profilo minerale e una buona freschezza acida. Il bouquet presenta lievi note eteree, seguite da accenti di tabacco, cocco e cannella, frutto di un affinamento in legno ben equilibrato. Al palato, il vino è morbido e vellutato, con una struttura complessa che denota eleganza e persistenza.
Tenute Silvio Nardi, Brunello di Montalcino DOCG 2019
Un vino che rappresenta la sintesi di diverse parcelle della DOCG, ottenuto da un blend di uve che valorizza al meglio le diverse esposizioni dei vigneti. Il profilo aromatico è caratterizzato da evidenti note di cioccolato e ciliegia sotto spirito, con una leggera astringenza dovuta alla vivacità dei tannini. L’affinamento prevede 12 mesi in barrique di rovere di secondo passaggio, seguiti da ulteriori 12 mesi in botti grandi di Slavonia, completati da 6 mesi di riposo in bottiglia. Il risultato è un vino di grande equilibrio, con morbidezza e struttura bilanciata, arricchito da un bouquet floreale che ne esalta l’eleganza complessiva.
Col d’Orcia, Brunello di Montalcino DOCG 2019
Questo vino biologico nasce da un blend di uve provenienti da vigneti situati nella Val d’Orcia, con un terroir unico a ridosso di Sant’Angelo in Colle. Di un rubino intenso con riflessi granati, il vino colpisce per la sua complessità olfattiva, con piccoli frutti rossi maturi perfettamente integrati in note boisé, accompagnati da accenni eterei e tabacco. Al palato, esprime un tannino ben integrato e una grande potenza alcolica. L’invecchiamento avviene per 32 mesi in botti di rovere di Slavonia di 25, 50 e 75 ettolitri, seguito da 12 mesi di affinamento in bottiglia, donando al vino un’eccezionale capacità evolutiva.
Mastrojanni, Brunello di Montalcino DOCG 2019
Questo Brunello si distingue per la sua struttura imponente, dove il legno gioca un ruolo di primo piano. I tannini, prevalenti rispetto all’acidità, conferiscono al vino una grinta notevole. L’affinamento prevede 36 mesi in botti di rovere di dimensioni variabili (16-54 ettolitri), seguiti da almeno 6 mesi in bottiglia. Al palato, il vino è ampio, elegante e potente, con un finale sapido arricchito da note di erbe aromatiche. La coerenza con il terroir di origine è la chiave distintiva di questo vino.
Frescobaldi CastelGiocondo, Brunello di Montalcino DOCG 2019
CastelGiocondo rappresenta una delle produzioni di maggior volume nella DOCG, con vigneti situati oltre i 400 metri di altitudine, in una zona caratterizzata da terreni eterogenei che spaziano dal galestro alle argille, fino alle sabbie plioceniche. Questo conferisce al vino una straordinaria complessità aromatica. Il profilo olfattivo è dominato da note di mora e violetta, accompagnate da ricordi di cacao, alloro e spezie come noce moscata. L’acidità vivace, risultato delle forti escursioni termiche, dona freschezza e struttura al palato, con una chiusura lunga e speziata.
Tenute Donna Olga, Brunello di Montalcino DOCG 2019
Con vigneti situati tra 250 e 400 metri di altitudine sul versante sud-ovest di Montalcino, questo Brunello esprime la tipicità del suolo galestrosa e scheletrico, esaltata da un clima caldo e ventilato. Il profilo aromatico si distingue per sentori terrosi di corteccia e foglie secche, con un finale sapido e fresco. Questo vino richiede del tempo per esprimere appieno la sua complessità, ma già al palato mostra agilità e dinamicità.
Canalicchio di Sopra, Brunello di Montalcino DOCG 2019
Eleganza e freschezza caratterizzano questo vino, con note balsamiche che si fondono a una struttura ricca e vellutata. Al naso, emergono sentori di rabarbaro, sandalo e ginepro, con un perfetto equilibrio tra tannini setosi e acidità. L’affinamento avviene in botti di rovere di Slavonia da 25 e 50 ettolitri per 36 mesi, conferendo complessità e profondità al sorso.
Talenti Brunello di Montalcino DOCG 2019
Questo Brunello presenta una trama tannica delicata e ben integrata, caratteristica delle annate particolarmente equilibrate. Il colore è un rosso rubino brillante con riflessi granato, indicativo di una buona evoluzione. Al naso si apre con un bouquet floreale complesso, in cui si intrecciano note di viola e rosa, accompagnate da delicate spezie dolci. Il sorso è pieno, vellutato e avvolgente, con tannini sferici e una struttura morbida e ben bilanciata. L’acidità equilibrata conferisce freschezza e longevità al vino, mentre la parola chiave rimane l’eleganza, espressa in ogni fase della degustazione.
Fanti Brunello di Montalcino Vallocchio DOCG 2019
Il Fanti Vallocchio si distingue per un profilo gustativo caldo e avvolgente, caratterizzato da un corpo strutturato e un’acidità ben bilanciata. L’alcol è perfettamente integrato, garantendo un sorso armonioso. Al naso domina la ciliegia sotto spirito, arricchita da complesse note di spezie dolci, caffè tostato e liquirizia, frutto di un affinamento prolungato in legno. Al palato, si percepisce una trama tannica densa e ben definita, che sostiene una persistenza gustativa lunga e piacevole, arricchita da una chiusura fresca e sapida. Questo vino è destinato a un lungo potenziale di affinamento in bottiglia, grazie alla sua struttura robusta e alla capacità evolutiva.
Banfi Brunello di Montalcino Poggio alle Mura DOCG 2019
Il Poggio alle Mura di Banfi nasce da un accurato processo di zonazione, che ha permesso di individuare le parcelle più vocate per la coltivazione del Sangiovese grosso. Questo Brunello, iconico per la denominazione, si presenta con un colore brillante e una grande complessità aromatica. Al naso si percepiscono intensi sentori di ribes e amarena, arricchiti da note di rabarbaro, cacao e caffè, che donano profondità. Il finale speziato, con accenni di pepe bianco e ginepro, accompagna un sorso importante e strutturato, caratterizzato da tannini morbidi e vellutati. Lunga persistenza e memoria gustativa completano un vino signorile e intrigante, con un potenziale evolutivo eccezionale.
Pieve Santa Restituta Brunello di Montalcino Sugarille DOCG 2019
Angelo Gaja, figura leggendaria dell’enologia italiana, firma questo Brunello quasi “nebbioleggiante”, caratterizzato da una freschezza sorprendente. L’acidità evidente si fonde con una ricca componente balsamica che amplifica la complessità del bouquet. Al naso emergono note di mentolo, grafite e bacche nere, seguite da prugne mature, radici e accenni minerali di ciottoli e ardesia. Una sottile vena sapida, accompagnata da richiami di arancia sanguinella e prugna, rende questo vino particolarmente attraente. Al palato, si presenta compatto, vellutato e pieno, con tannini maturi e ben integrati che conferiscono al vino una lunghezza e intensità notevoli. Prodotto da un vigneto singolo esposto a sud, esteso su 4,5 ettari di terreno argilloso-calcareo con presenza di galestro, questo Brunello è destinato a un mercato di collezionisti e appassionati di vini di alta gamma.
Una vera “parata di campioni” ha caratterizzato la degustazione, con una selezione che ha incluso referenze di grandi aziende e piccole realtà emergenti, tutte capaci di esprimere l’eccellenza del Brunello di Montalcino. «Il Brunello dimostra una straordinaria resilienza anche in un mercato in costante evoluzione», ha osservato Daniele Cernilli. A differenza di altri fine wines, meno influenzati da mode passeggere o tendenze di consumo, il Brunello di Montalcino resta ancorato alla sua identità distintiva, mantenendo una coerenza qualitativa e stilistica che lo rende unico.
Cernilli ha inoltre evidenziato come il Brunello non mostri segni di cedimento, confermandosi un vino imperioso e coraggioso, con una “schiena dritta” pronta a fronteggiare anche le più recenti preoccupazioni legate alle tematiche salutistiche del settore vinicolo. Questo tratto distintivo lo rende non solo un emblema del made in Italy, ma anche un esempio di coerenza e solidità nel panorama enologico internazionale. Mistermalico