C’è una situazione ambientale paesaggistica di criticità per le alberate lungo le strade statali e lungo le piste ciclabili. Una situazione tutt’altro che semplice e persino pericolosa per persone, bici e macchine, bus e chi altri ogni giorno transita sulle strade. Nello scorso secolo, moltissime strade italiane, erano accompagnate e abbellite da alberate, a volte anche secolari: offrivano ombra ai carri trainati dai cavalli, buoi e asini ed ai viandanti che portavano le merci dalle campagne alle città. Dopo la seconda guerra mondiale, le macchine erano pochissime e viaggiavano a quaranta km all’ora. L’aumento vertiginoso del traffico e della velocità, ha portato all’abbattimento di buona parte dei filari e, soprattutto con la più recente normativa, tanti alberi sono stati ritenuti antichi, difettati, malati e pericolosi. Rimane il problema della sicurezza e della fluidità della circolazione lungo le strade. Il nuovo Codice della Strada chiarisce che la competenza e la responsabilità ricadono sull’Ente proprietario della strada, per cui corre l’obbligo di vigilare. Il dibattito principale è che oggi gli ambientalisti non vogliono che si tagliano le alberate, a discapito della sicurezza stradale e della conservazione del paesaggio. La mediazione sarebbe una specifica schedatura delle piante deperienti e degli interventi da realizzare quali la potatura o l’abbattimento se l’albero sarà considerato in condizioni di stabilità precaria. Quindi, occorre individuare bene gli alberi che costituiscono un pericolo per la circolazione, anche in relazione alla loro posizione rispetto al tracciato della strada. Le recenti acquisizione in campo scientifico e tecnico consentono ormai un’accurata e precisa determinazione della pericolosità dell’albero rispetto al rischio di schianti e cadute e potrebbero aiutare a dirimere il dilemma tra pericolo, paesaggio e ambientalisti e ad assumere le decisioni più opportune. La valutazione della stabilità degli alberi è una branca specialistica della Fitoiatria, cioè della disciplina che si dedica alla profilassi delle malattie ed alla cura degli organismi vegetali e che si occupa dei mezzi, delle tecniche e delle strategie volte alla difesa delle piante dalle avversità biotiche e abiotiche. La valutazione di stabilità è, di fatto, un tassello del percorso diagnostico applicato alla salute degli alberi, ovvero una pratica ispettiva di indagine e valutazione finalizzata all’individuazione dei difetti e delle problematiche dell’albero. L’astigiano è zona molto attiva come associazioni: Montafia ha un comitato spontaneo di cento persone con il motto “Salviamo i nostri 103 Tigli di Zolfo”. Addirittura resistenza fisica, ma metà dei tigli in filare vanno comunque tagliati per raggiunto limite di età e mancato aiuto di manutenzione e potatura. Sulle piante ci sono segni di marciume radicale e si pone la necessità di valutare gli interventi da compiere sull’alberata perché, insieme agli obiettivi di tutela, sia garantita la sicurezza stradale. A Villanova è nato un vademecum curata dalle associazioni ambientaliste di dieci punti per stabilire una sorta di traccia da seguire in caso di qualsiasi intervento sulla vegetazione e soprattutto sulle alberate presenti lungo le strade; nota come “Carta di Villanova d’Asti per la progettazione e gestione dell’Ambiente”; di cui sono individuate linee guida per l’esecuzione di interventi sulle alberate esistenti e per la realizzazione di nuovi impianti lungo le strade. Donato D’Auria