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MENSILE REGISTRATO AL TRIBUNALE DI TORINO N° 6 DEL 25.02.2014 - DIRETTORE RESPONSABILE DONATO D'AURIA

Eventi locali

Servirebbe una Rivalutazione per l’Olio dei Colli della Daunia

22 gennaio 2020

Ascoli Satriano (Fg) – L’olio extravergine d’oliva dei Colli della Daunia (anche se il discorso si potrebbe allargare a tutto il nostro Paese) ha bisogno urgente di una rivalutazione. Anche quest’anno la nostra testata si é trovata di fronte a realtà produttive in grado di realizzare degli olii di assoluta qualità, ma che fanno fatica ad essere valorizzate, anche a causa di una speculazione senza scrupoli che investe tutto il settore, in maniera quasi capillare. Dopo le gelate che avevano reso problematica l’annata 2018-19, il clima ha dato una grossa mano ai produttori dei Monti Dauni, tanto che non sono state poche le aziende agricole che hanno segnato un record nella produzione, ritoccando i dati delle annate più ricche degli ultimi vent’anni.

Come affermato in precedenza, tuttavia, le criticità non sono mancate affatto per i produttori, con difficoltà che si sono palesate fin dal momento della molitura, con i frantoi che hanno alzato i prezzi per la molitura stessa, nonostante sulle “piazze” più importanti a livello nazionale, come quella di Bari, il prezzo dell’olio non fosse cresciuto, anche a causa della presenza di 9 milioni di chili di olio straniero nei depositi italiani e pugliesi. Si tratta di un problema economico e sociale che le istituzioni nazionali ed Europee devono cercare di affrontare, anche perché spesso sono le agromafie ad approfittare di questa situazione, come affermato da una nota del comitato scientifico della Fondazione Osservatorio Agromafie.

Nella zona dei Colli della Daunia, ma non solo, a questa problematica si sono aggiunti i furti ai danni di alcune proprietà agricole, con i ladri che si sono accaniti sulle olive o, come nel caso di località Mezzana della Terra, hanno estirpato alcuni alberi da frutto impiantati negli ultimi due anni, colpendo anche produzioni diverse da quelle relative all’olivicoltura. Le forze dell’ordine hanno più volte invitato a denunciare subito i furti, in modo da provare ad arginare una piaga che blocca lo sviluppo di una produzione che potrebbe aiutare l’intero territorio a crescere, facendo conoscere le proprie produzioni d’eccellenza.

La nostra testata, dopo aver seguito diverse stagioni dell’olio nella zona dei Colli della Daunia e dei Monti Dauni, consiglia ai produttori di provare a non svendere il loro olio, confidando in una richiesta che diventerà più alta nei prossimi mesi, in particolare da agosto in poi, quando la concorrenza di produzioni di minor qualità sarà minore. “Tenere duro” é necessario per dare il proprio contributo alla crescita della filiera dell’olio, ma anche per non concedere nuovi successi a chi non utilizza il prodotto per impiegarlo ai fini di una crescita responsabile. Donato D’Auria

 

 

 

 

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