Tutela del territorio
Ecologia ed economia: un binomio per il futuro
23 febbraio 2013
Ecologia ed economia: un binomio per il futuro
Una primavera importante per l’Unione Europea ed i suoi Paesi, che dovranno prendere decisioni decisive per i prossimi sette anni. Sotto la pressione di un milione di iscritti dei sette fra le principali associazioni ecologiste: WWF, Legambiente, Green-peace, Fai (Fondo ambiente italiano), Federazione nazionale Pro Natura, Cai (Club alpino italiano) e Touring Club, questo schieramento massiccio, per la prima volta riesce a coalizzarsi per promuovere la Ri/Conversione ecologica dell’Italia e dell’Unione Europea. Questo progetto parla di ecologia ed economia, vale a dire di sviluppo sostenibile, compatibile con la difesa dell’ambiente e della salute collettiva. Quindi di investimento, lavoro, servizi, patrimonio culturale e risorse naturali, mobilità e infrastrutture, turismo e agricoltura.
Questa mobilitazione ha partorito un’Agenda ambientalista in 12 punti, da presentare al nuovo governo e all’Unione Europea, per il futuro.
Si è partiti con la celebrata Green Economy, riproposta come soluzione concreta e obbligata per uscire dalla crisi, come risposta alla stagnazione e alla recessione.
Si continua: dal New “Green Deal” alla difesa della biodiversità, in quanto ricchezza della Nazione. Dalla valorizzazione del patrimonio culturale alla domanda di mobilità e di infrastrutture. Dalla tutela della salute e dell’ambiente nelle scelte industriali al governo del territorio. Dalla difesa del suolo all’adattamento ai cambiamenti climatici. Dalla filiera agroalimentare al turismo. Dal diritto all’ambiente, per una tutela costituzionale e penale, fino ai nuovi indicatori di sostenibilità per andare oltre la logica contabile del Pil (prodotto interno lordo).
Fitta di richieste e proposte concrete, l’Agenda ambientalista offre una sorta di “Roadmapnazionale” per affrontare e possibilmente sciogliere i nodi del nostro sviluppo. Nessuno dei programmi dei vari partiti o coalizioni, in lizza per le prossime elezioni, ha presentato un “Cartelloverde”, nè ha individuato la sfida che pone al Paese, anche nel contesto dei problemi globali, nè come azioni innovative per la tutala del territorio. Questa Agenda avverte che non c’è un tempo per l’economia e un altro tempo per l’ambiente: appartengono entrambe alla stessa dimensione sociale.
Contro il separatismo nordista, l’Agenda ambientalista non manca, infine, di citare a questo proposito la “questione Sud”. “Non è più accettabile – si legge nel docomento – che il Mezzogiorno non possa esprimere la propria naturale vocazione agricola e turistica in maniera moderna ed efficiente”. E il “cartello verde” conclude che il rilancio del turismo nel Sud “potrebbe trasformarsi in un’industria di traino per tutto il Paese e attrarre investimenti”, contribuendo così ad affrontare anche i problemi della criminalità e della sicurezza. Un bel progetto… complimenti….. anche DonatoAgroalimentarePress seguirà e divulgherà il “Cartello Verde”. Donato D’Auria