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MENSILE REGISTRATO AL TRIBUNALE DI TORINO N° 6 DEL 25.02.2014 - DIRETTORE RESPONSABILE DONATO D'AURIA

Tutela del territorio

Tutela del territorio e futuro a "la Montagna dove tutto nasce"

23 luglio 2017

Torino – Dal 14 al 16 luglio si é svolto a Torino l’interessante convegno chiamato “la Montagna dice tutto nasce”, un interessante momento di confronto e festa dedicato al mondo della montagna, con un particolare focus sulle montagne piemontesi e torinesi, chiamate “Montagne Olimpiche” dopo i Giochi Invernali di Torino 2006. L’evento si é svolto nel Parco della Pellerina, presso Cascina Marchesa, sede anche di Team Marathon, che organizza la Maratona di Torino.

Promotore e organizzatore di questa tre giorni é stato Luigi Chiabrera, fondatore della attuale Maratona di Torino (nata nell’attuale formato come Susa-Avigliana). Dopo un anno passato lontano dai riflettori, Chiabrera ha deciso di tornare in pista, organizzando un evento che, almeno nelle intenzioni, vuole far incontrare tutte le professionalità che gravitano intorno al mondo della montagna per provare a tracciare una linea guida condivisa per il futuro. 

Nel corso della prima giornata, in particolare, si sono diversi tavoli tematici per provare a ragionare sul presente del mondo della montagna. Erano presenti l’onorevole Silvia Fregolent, il sottosegretario Sandro Gozi e il giornalista Rai Francesco Marino, napoletano trapiantato a Torino da molti anni. Nel corso dei tavoli tecnici si é parlato di quasi tutti gli aspetti legati al mondo della montagna: quello legislativo (i piccoli comuni di montagna sono spesso in difficoltà in materia, di acqua, accoglienza e trasporti), quello dell’immagine del territorio e quello dell’energia, senza dimenticare l’impiantistica sportiva. Per una crescita sostenibile della montagna é necessario un piano di sviluppo chiaro: molto spesso, infatti, il rapporto tra cittadini e istituzioni non é chiaro, e questo provoca fraintendimenti e reciproci veti. 

Nel corso della giornata si é parlato, ovviamente, anche di sport. Uno degli intenti della tre giorni, infatti, era anche quello di premiare la scuola di tecnici e skimen delle Alpi Occidentali, tanto celebre a livello internazionale che, molto spesso, ci sono più tecnici che atleti italiani presenti nei circuiti di Coppa del Mondo. Altro tema caldo é stato quello dell’impiantistica ereditata dalle Olimpiadi 2006, poco sfruttata per eventi internazionali negli ultimi anni e ridottasi, in molti casi, ad essere un inutile è imbarazzante “eco-mostro”. L’occasione di rilancio potrebbe essere offerta dalle Olimpiadi Invernali del 2026 e del 2030, che il Cio vorrebbe riportare in Europa. I costi elevati nel realizzare tanti impianti in poco tempo e concentrati in pochi chilometri, però, spaventano i potenziali candidati, tanto che il Comitato Olimpico ha dato il via libera a candidature di città piccole o con impianti molto distanti. Pinerolo e Usseaux sognano l’assegnazione, Sion, sempre sconfitta nella corsa alle Olimpiadi, anche. Non ripetere gli errori del post Torino 2006 potrebbe essere il viatico migliore per vivere una seconda favola olimpica in Piemonte. Donato D’Auria

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