Ambiente
Il 26 Novembre si Celebra la Prima Giornata Mondiale dell’Olivo
25 novembre 2020
Ascoli Satriano (Fg) – A pochi mesi dalla sua istituzione generale, si celebra il 26 novembre la prima “Giornata Mondiale dell’Olivo”. A partire dal 2020, infatti, questa data sarà dedicata a questa pianta ricca di significati, come voluto dall’Unesco (il cui Consiglio Generale ha ufficialmente istituito la festa a livello internazionale) e dal Consiglio Oleicolo Internazionale, che per primo ha dato rilevanza a questa iniziativa, promossa da Tunisia e Libano.
L’Olivo, come dicevamo in precedenza, é una pianta carica di significato, diventata nel corso dei secoli simbolo religioso e di pace. Essa, tuttavia, é stata ed é anche anche uno degli elementi simbolo delle diverse culture e civiltà mediterranee (da quella Greca a quella Romana passando per quella Ebraica e Cristiana), ma anche un importante argine contro la desertificazione e l’abbandono della terra di territori messi in sofferenza da emergenze come quella climatica.
Una festa che sarà centrale anche per la vita della Tenuta Mezzana della Terra, la cui tradizione di olivi e di olio risale addirittura al 1848 ed é arrivata, passando per il 1881, il 1921, il 1956 fino alla quinta geneazione nel 2000. Una tradizione remota che ha coinvolto le famiglie Cornacchia, Falcone, Anguilano e D’Auria, che sono testimoni dell’evoluzione di un territorio e del suo olio e che cercano, oggi, di curare gli olivi come si faceva tra gli Anni ‘20 e gli Anni ‘60, recuperando antiche varietà locali e valorizzando l’oliveto come parte degli ecosistemi locali.
La Giornata dell’Olivo viene vista dall’Unesco e dagli altri proponenti come occasione per ridefinire il concetto di “civiltà dell’olio” (termine che alcuni storici utilizzano per indicare l’importanza dell’olio e dell’olivo nel mediterraneo antico) alla luce delle esigenze del mondo contemporaneo. In questo senso, la Festa dell’Olivo essere un momento importante per promuovere un’agricoltura sostenibile da tutti i punti di vista, lontana da logiche di monocoltura estreme, ma vicina ai produttori e in grado di coinvolgere il territorio in cui viene praticata anche dal punto di vista turistico e culturale. Donato D’Auria