Torino – Martedì 5 novembre 2024, presso il centro congressi dell’Unione Industriali di Torino, si é svolto un interessante convegno dal titolo: “Il lavoro che c’é. Nuovi mestieri per un’agricoltura che cambia”. In una serie di relazioni e tavole rotonde, l’incontro prosegue la serie di appuntamenti di avvicinamento alla seconda edizione di ColtivaTo, festival dell’agricoltura che si svolgerà a Torino a marzo 2025.
Il titolo della giornata prende spunto da un saggio della professoressa Maria Ludovica Gullino, intitolato “Il lavoro che c’é. L’agricoltura che cambia nella storia di tre generazioni”. La professoressa, anima organizzativa del Festival ColtivaTo, ha raccolto in un libro una storia degli ultimi cinquant’anni di imprenditoria agricola italiana. Partendo dalla sua esperienza accademica presso l’Università di a Torino, Gullino racconta storie di studenti che hanno saputo unire competenza tecnica nel mondo dell’agricoltura con l’imprenditorialità.
Tra i relatori della giornata di lavori, il professor Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia che ha dialogato col pubblico e gli studenti presenti tracciando prospettive e spunti sul futuro del mondo del lavoro in agricoltura. L’innovazione, con la possibile rivoluzione rappresentata dalle applicazioni dell’intelligenza artificiale, e la sostenibilità sono state protagoniste di una relazione che si é conclusa con la presentazione di esperienze di allievi che hanno messo a disposizione la propria professionalità e i propri studi a servizio delle imprese e delle istituzioni in ambito agricolo.
Molto interessante é stata anche la relazione della professoressa Lia Tirabeni, sociologa dell’Università Bicocca di Milano, che ha affrontato il tema del passaggio generazionale nelle imprese italiane, con un occhio di riguardo per le caratteristiche delle imprese familiari italiane e le questioni di genere, con un approccio statistico e sociologico che ha completato, per certi versi, il dibattito innescato dal Prof. Frascarelli.
ColtivaTo si conferma, dunque, più di un semplice festival, ma un catalizzatore di eventi, saperi ed esperienze che convergono a Torino. Tra i tantissimi spunti che giungono da questi incontri la nostra testata, che sarà certamente presente al Festival 2025, non può fare a meno di notare come ci potrebbe essere spazio per espandere il dibattito sul futuro del lavoro agricolo dall’industria agricola e agroalimentare anche alle piccole aziende agricole che non devono essere escluse, nonostante le loro limitate dimensioni, dal dibattito sul futuro dell’agricoltura. Luigi M. D’Auria