Ascoli Satriano (Fg) – Molto spesso, i libri dedicati alle storie familiari e agricole dell’Ottocento e di tardo Novecento, non riescono a rendere in maniera fedele la vita e la civiltà rurale dell’epoca. Non é questo il caso di “Amici per la Pelle”, di Franco Garofalo. Certamente l’autore racconta una storia intima e personale, ma grazie ad essa é bravo a tratteggiare un affresco di vita contadina del Novecento, raccontando anche dettagli su quella “migrazione interna” fra Subappennino e Tavoliere che rappresenta una pagina spesso dimenticata dell’evoluzione agricola e sociale di diverse regioni nello scorso secolo.
La storia comincia da Montaguto, paesino arroccato al confine fra Campania e Puglia. Un territorio periferico, difficile anche per l’agricoltura, dove é nato il padre dell’autore, Antonio Garofalo. Due erano all’epoca, i suoi “amici per la pelle”: Nicola Pezzella e Armando Della Rovere. Con il primo di essi, Garofalo darà vita ad una piccola comunità di Montagutesi nel territorio rurale di San Carlo, frazione di Ascoli Satriano. A questo punto, la storia della famiglia Garofalo e Pezzella si unisce con quella della famiglia Danaro, famiglie ancora ben presenti nella realtà ascolana odierna.
La storia dell’arrivo dei “Montagnari” ad Ascoli (a sua volta territorio di confine fra il Tavoliere e il Subappennino) rappresenta una storia che merita di essere approfondita. Il loro contributo é ben presente nell’evoluzione della cucina locale, con l’introduzione delle frittate di cipolle, di lambascioni e uova e di un grande piatto di carne di pecora, dedicato alle feste in famiglia, la “pezzata”. Una contaminazione solo apparentemente trascurabile, ma che consente di trovare chiavi di lettura per studiare il tessuto sociale locale.
Attraverso il racconto dell’autore, é possibile conoscere anche le realtà dei poderi dell’Ente Riforme e della frazione di San Carlo. Nonostante siano passati ormai sette decenni da quella realtà, gli anni Cinquanta rappresentarono l’ultimo tentativo di dare vita ad una vera e propria riforma agraria in Italia e in particolare nel Meridione. Il tentativo di tanti antichi “Cafoni” di sfuggire alla fame passava inevitabilmente da questi poderi e dalle loro dotazioni, che consentivano di iniziare subito l’attività che, tutt’oggi, sono la base di molte aziende agricole odierne, nate riscattando le terre di cui i contadini erano assegnatari.
Consigliamo assolutamente, dunque, la lettura di questo libro intimo e personale, ma allo stesso tempo in grado di portare i lettori ad “assaggiare” una realtà agricola e sociale che non c’é più, ma in cui le cui famiglie non si sono estinte. I Danaro, arrivati alla quinta generazione, sono oggi imprenditori agricoli e impegnati nella politica locale di Ascoli Satriano. Donato D’Auria