Tutto sul peperone in un libro
Carmagnola (To) – Questo volume si apre con un racconto di viaggio, ma é in se stesso un vero e proprio viaggio che consente al lettore di conoscere un prodotto e un territorio dove esso é prodotto. Procediamo con ordine. Cominciamo dal titolo stesso del libro, che si chiama “Il Peperone, storia e ricette”. Direi che non vi é molto da aggiungere, perché lo stesso titolo fa capire come l’intento dell’autore e del comune di Carmagnola eia quello di far capire a tutti le proprietà e l’utilità del prodotto celebrato da una prestigiosa sagra, ora diventata Fiera Nazionale. Passiamo poi all’autore, Vincenzo Reda, senza tuttavia pensare di catalogarlo, visto che questo eclettico “tuttologo” odia ogni sorta di omologazione. Ci sentiamo di dire, però, che questo personaggio appartiene a quella categoria di persone che riesce a fare bene in ogni campo in cui si cimenta. Reda nasce come imprenditore nel campo dell’editoria, ma poi diventa esperto di storia (celebre la sua collaborazione con l’illustre periodico Focus Storia), arte ed evidentemente anche cultura gastronomica, visto l’eccellente lavoro fatto con questo. Tornando, finalmente, al volume, possiamo dirvi che é di facile consultazione ma allo stesso tempo molto completo, visto che abbraccia ogni aspetto della coltivazione, della produzione e della storia del peperone e di Carmagnola, completando il tutto con una divertente “contrapposizione” tra ricette dal mondo, casalinghe e contributi di grandi chef del territorio della Città Metropolitana di Torino. Le varie storie, poi si intrecciano. É interessante ad esempio sapere come il peperone siano divenuto la coltura principe di questa ex piazzaforte francese e sabauda solo grazie all’intervento di un industriale e improvvisato agronomo, monsù Domenico Ferrero, che convinse gli abitanti di borgo Salsasio a coltivare ed esportare peperoni a marchio “Carmagnola”, creando un apposito consorzio. Da quei giorni é possibile perdersi in campi di peperoni, siano essi verdi, gialli o rossi (la differenza é magistralmente spiegata nel libro) a Carmagnola e visitare questa cittadina agraria ai confini tra la Città Metropolitana di Torino e la Provincia di Cuneo. L’unica piccola critica va, a mio avviso, rivolta proprio agli organizzatori dell’evento. Non é pensabile, infatti, che solo cinque tra gli oltre quaranta consorziati fossero presenti. Va bene promuovere l’agroalimentare (tra l’altro anche con aziende serie come “Cascina Capello”) in genere, ma bisogna anche procedere per priorità, Altrimenti non sarà servito a nulla essere diventati “Fiera Nazionale”. Luigi M. D’Auria