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Scoperchiamo la pentola

Grandissima sorpresa il caffè del bar "Pino" di Torino

12 dicembre 2015

Grandissima sorpresa il caffè del bar “Pino” di Torino


Torino – Diverse volte, nel bel mezzo delle fredde e nebbiose mattinate d’inverno torinesi, un vecchio amico mi aveva consigliato di fermarsi in un bar all’apparenza anonimo, non molto diverso da quelli anonimi della maggior parte delle periferie e piccoli paesi d’Italia. Già, avete capito bene, cari lettori, quello che stiamo per recensire non é un caffè sfavillante del centro storico del capoluogo sabaudo, ma un bar semplice, che si trova nel cuore del quartiere Parella di Torino (precisamente in Via Mogadiscio angolo Via Asinari di Bernezzo 16 F). 

Prima di entrare nel bar “Pino” (gestito da Giuseppe Giovannone, Pino per tutti quelli che lo conoscono) non credevamo di poter degustare un buon caffè in un luogo come questo, ma appena entrati ci ricrediamo, perché si iniziano a sentire profumi, colori, sapori  tipici di un caffè splendido. Dietro al bancone, con il sorriso sempre pronto, troviamo lui, Pino Giovannone, già pronto con una tazza calda a preparare un caffè carico di passione, amore, applicazione e voglia di ricercare, componenti che non mancano mai a questo romano e romanista (non può mancare un classico “viva ‘A Maggica”),  passione segnalata anche dal timbro su ogni scontrino.

Pino ha lasciato la sua città natale nel 1990 alla ricerca di fortuna. Giunto a Torino nel 1998 ha lavorato come barman in due celebri bar del capoluogo sabaudo, il caffè “San Carlo” e il “Pepino” di Piazza Carignano, prima di aprire un bar tutto suo, fiutando l’occasione di rilevare quello che oggi é il “Bar Pino”. Un luogo dove quindici anni fa c’era solo un bancone é diventato una vera e propria dépendance del Museo del Cinema (non possono mancare i riferimenti a Totò),e quello stesso bancone é diventato un luogo dove far rivivere le più belle pubblicità degli anni Sessanta e Settanta. Si potrebbe anche parlare delle collezioni di modellini di auto e moto o delle foto d’epoca, ma quello che ci interessa é la piccola insegna gialla che cita la Torrefazione Passalacqua di Napoli, che da oltre sei anni é un punto di riferimento per Pino. 

Da due anni Pino ha deciso di rendere questo bar un luogo di culto dedicato esclusivamente al caffé. Una scommessa vinta, visto che sono tanti i clienti (chiamati rigorosamente per nome) che vengono per ammirare uno splendido cocktail fatto di musica soft, melodica e classica italiana, bicchierino d’acqua e tazza calda, che fanno da contraltare a sua maestà il Caffé. Come ci tiene a precisare Pino, la macchina rimane sempre accesa dalle 7,45 alle 17,00 per servire la stessa miscela 100% arabica.

Tra una levata e l’altra, impiego più di due ore per strappare l’intervista a questo visionario, il cui sogno nel cassetto é andare in giro per il mondo ad insegnare a fare un vero caffè, portando dovunque la cultura napoletana,  secondo cui:” I caffè non si contano, ma si degustano”. La cosa che lo rende più felice é il sorriso della gente di fronte ad un prodotto semplice e classico come il caffè, sorriso che gratifica il suo lavoro svolto con passione.

Speriamo di non essere gli ultimi ad accorgerci di questa splendida realtà, che deve diventare un tempio per tutti i gourmet del mondo, sia quelli famosi che i normali ammiratori del buon cibo e della qualità, ovunque essa sia. Luigi Massimo Pavanello. Si ringrazia per la collaborazione Luigi M. D’Auria

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