Eventi locali
A Carignano la 23esima edizione della Sagra del Ciapinabò
10 gennaio 2015
A Carignano la 23esima edizione della Sagra del Ciapinabò
Carignano (Torino) – Tra venerdì 10 a domenica 12 ottobre 2014 si è svolta, la festa gastronomica del ciapinabò, il tubero che è diventato un protagonista assoluto della scena enogastronomica della Regione. Arrivata alla 23esima edizione, l’appuntamento è stato articolato in tre giorni, come da tradizione, sulle piazze e nelle vie. La festa gastronomica del Ciapinabò anche conosciuta come “Topinambur”, organizzata dal Comitato Manifestazioni di Carignano, con il passare degli anni ha raccolto sempre più consensi da parte degli operatori del settore, con un successo di pubblico stimato intorno ai 30mila visitatori. Il Ciapinabò è diventato così famoso da entrare a far parte del Paniere dei Prodotti tipici della Provincia di Torino. Parallelamente alla Sagra, si è svolta la XI Mostra bovina della razza frisona, con occasione di incontro fra produttori, allevatori e artigiani che lavorano alla valorizzazione del patrimonio gastronomico locale e alla riscoperta dei prodotti della tradizione del territorio. La “Mostra bovina di razza Frisona” è diventata un appuntamento consolidato per rievocare e fare ammirare la transumanza e la ricostruzione in piazza Savoia di una stalla modello e la produzione di un’intera filiera di produzione del latte e dei suoi derivati. E per finire la sfilata di una mandria di bestiame per le vie cittadine. Per i buongustai c’era la distribuzione del risotto con gorgonzola e ciapinabò cucinato nella maxi pentola della Proloco, mentre si potevano degustare il Ciapinabò con Bagna Cauda, Ciafrit e piatti a scelta presso le Isole del Gusto. In una di queste Isole c’era Antonio Capello della Cascina Capello che distribuiva, tagliata, costata e hamburgerone di fassone.
Una storia curiosa e commovente meritevole di essere raccontata, ché questa testata ha seguito durante la manifestazione parla di una azienda agricola, abbastanza grande con vivai, fiorente e in buona salute del conduttore sul territorio circostante, Antonio Candellero, che chiuderà per mancanza di eredi; storia pubblicizzata con un cartello con il titolo: “con Antonio, ultimo rampollo del casato, finisce la dinastia del Candellero”; il nonno cominciò, il figlio continuò, il nipote seguitò e tutti accontentò, ma il tutto finirà perché figli non ha. Piantare, curvo nei campi sono stato, sudando, ho innestato, di essere remunerato ho sperato, oggi anziano mi sono trovato, né capito né considerato, tutta la vita chino sono stato, in quei campi che ho lavorato, tutto sarà finito, non tramandato. Insomma, con poesia finale. Il sottoscritto gli ha suggerito di donarla ad una cooperativa di giovani del paese che continuassero tutto il lavoro di più di cent’anni. Donato D’Auria
Rachele Imberti e Antonio Candellero
(Foto: Sebastiano Spina)