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Eventi internazionali

Nuove Opportunità per la nuova Pac 2023-27

12 settembre 2023

Torino – Il 14 dicembre 2022 é stata licenziata la Pac (Politica Agricola Comunitaria) dell’Unione Europea per gli anni 2023-27. Con la primissima fase di applicazione della politica quasi conclusa (a inizio 2024 vi sarà la prima revisione dei risultati dei Paesi membri dell’Unione, con invio dei dati alla Commissione), é tempo di primi bilanci, ma anche di una presa di coscienza da parte del pubblico e degli operatori del settore. Con il dibattito pubblico quasi completamente assorbito dalle discussioni sul Pnrr, il rischio di perdere le opportunità connesse ad altri aspetti della politica comunitaria, che possono avere ricadute positive sull’ambiente e i territori.

La nuova Pac, declinata nel Psp italiano (inviato per la prima volta a Bruxelles il 31 dicembre del 2021), prevede un piano di sviluppo molto articolato, frutto di ben 42 mesi di trattative, decisamente superiori ai 26 necessari per la Pac del 2013, valida per gli anni 2014-20.

Il nostro giornale, che punta ad aggiornare i propri lettori puntualmente sugli sviluppi e sull’implementazione della Pac, ha ravvisato diversi miglioramenti rispetto alle politiche agricole del passato, con buone prospettive per l’agricoltura naturale e per i piccoli produttori. Non mancano, tuttavia, anche le criticità e i nodi da sciogliere, soprattutto per un eccessivo carico burocratico, soprattutto per i produttori più piccoli.

Tra i miglioramenti, segnalati anche in una conferenza svoltasi all’Università di Foggia lo scorso 18 aprile con la presenza del Prof. Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia, la possibilità di una revisione del piano di anno in anno, in funzione di un mutamento degli obiettivi e delle esigenze dei produttori. Buona, a nostro avviso, anche la divisione del piano, con i suoi obiettivi e i contributi erogati, in una ripartizione del piano basata su 5 ecoschemi.

Il sistema degli ecoschemi presenta, secondo la nostra testata, buone prospettive, perché favorisce buone pratiche di agricoltura naturale come l’inerbimento, il recupero di piante mellifere e le superfici olivate. Viene operata, inoltre, una decisa differenziazione fra gli obiettivi e le pratiche favorite della grandi aziende agricole e delle piccole, che devono lavorare in modo diverso ma complementare per gli obiettivi comuni.

Nelle prossime settimane e mesi vi aggiorneremo con articoli dedicati ai cinque ecoschemi della Pac, con particolare attenzione agli ecoschemi 2,3 e 5. In conclusione, però, non possiamo fare a meno di notare anche alcuni criticità che potrebbero frenare la corretta implementazione della nuova Pac, a partire da un apparato burocratico che resta ancora molto pesante e dal tema dei controlli, che non può passare unicamente dall’uso dei satelliti, che rischiano di rivelarsi parziale e limitante. Luigi M. D’Auria

 

 

 

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