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Agroalimentare

Tradizione e innovazione si incontrano alla Festa della Trebbiatura di Larino

19 agosto 2017

Larino (Cb) – Venerdì 18 agosto 2017 si é svolta a Larino la seconda edizione della “Festa della Trebbiatura”, evento nato per ricordare le antiche tradizioni della filiera del grano, ma anche per promuovere le eccellenze di un territorio ricco di risorse agroalimentari di qualità ma poco conosciute dal grande pubblico.

La trebbiatura (fase conclusiva della raccolta dei cereali, in quanto consiste nella separazione della granella del cereale dalla paglia) era un’attività che coinvolgeva quasi tutti i contadini del Molise, i quali scendevano dai paesi dpelle montagne molisane fino a Larino, che anticamente rappresentava il confine tra la Capitanata e il Contado del Molise, e poi ai più importanti comuni della Capitanata, dove si sedevano all’ombra delle chiese in attesa di un ingaggi. Ricordare la civiltà contadina, dunque, é anche un modo per ricordare l’antica vocazione “di frontiera” di Larino, legato storicamente e culturalmente sia al Molise che alla Puglia.

Come dicevamo in precedenza, però, dal recupero delle antiche tradizioni passa anche la promozione del territorio. L’organizzatore dell’evento Sebastiano Di Maria, dunque, ha anche organizzato un convegno dedicato anche a questo tema. Tra gli ospiti, due molisani che proprio negli anni di crisi sono riusciti a mostrare tutte le potenzialità del territorio. Si tratta di Michele Tanno, che ha spinto per il recupero della Tintilia, un vitigno autoctono che era quasi sparito e che oggi é diventato l’unico vino Doc del Molise, e Dionisio Cofelice, che grazie al suo Molino di Matrice, a pochi chilometri da Campobasso, ha contribuito al recupero di alcuni grani antichi.

Poche ore prima della festa della trebbiatura, la nostra redazione ha potuto visitare il Molino Cofelice. Si tratta di un luogo veramente unico, perché riesce a coniugare produzioni su larga scala e recupero dei grani antichi, fungendo da punto di riferimento per i contadini del luogo ma anche per gli amanti delle macine a pietra che vengono da lontano per macinare piccole quantità. A nostro avviso, questa strategia si sta rivelando vincente: senza essere un “integralista” delle antiche tradizioni, Dionisio (che possiede impianti moderni, ma ha anche recuperato due macine a pietra) sta cambiando a poco a poco le abitudini dei contadini, che negli ultimi anni hanno iniziato ad abbinare i grani moderni a quelli antichi, non perdendo del tutto le antiche abitudini.

Il Molise, dunque, é tutt’altro che una terra povera di eccellenze del settore agroalimentare. Quello che manca, a nostro avviso, é la capacità di “fare squadra” per promuovere queste eccellenze e creare dei circuiti turistici che facciano apprezzare anche il paesaggio e le bellezze architettoniche della regione. Un punto di riferimento in questo senso potrebbe esssere la “Piana dei Mulini” di Michele Lucarelli a Colle d’Anchise, dove lo chef Severino Miozza punta su una cucina quasi casalinga tutta “Made in Molise” a partire dalle materie prime, siano esse l’olio di Pasquale di Lena di Larino o i formaggi dei produttori della Valle dell’Alto Biferno. Luigi M. D’Auria


Dionisio Cofelice mugnaio ed esperto di grani antichi

(Foto: Sebastiano Spina)

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