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MENSILE REGISTRATO AL TRIBUNALE DI TORINO N° 6 DEL 25.02.2014 - DIRETTORE RESPONSABILE DONATO D'AURIA

Paesaggio

Il nuovo Geening dell'Europa Agricola

12 dicembre 2012

Il nuovo Geening dell’Europa Agricola

Il paesaggio rurale diventerà protagonista della biodiversità della nuova Pac (la Politica Agricola Comunitaria), messa a punto dalla Commissione europea per il periodo 2014 – 2020. L’Europa investe fondi nella tutela del paesaggio, favorendo chi limita le emissioni di carbonio e l’uso dei concimi chimici e contrastando un’agricoltura divoratrice di energia. L’Europa agricola volta pagina: c’è un’inversione di tendenza; in sette anni la Pac destinerà 400 miliardi di euro all’agricoltura comunitaria, di cui 1 miliardo e 200 milioni ogni anno sarà indirizzato ad interventi agro-ambientali, il cosiddetto geening. Uno dei punti di svolta è la previsione di un incentivo a chi diversifica le colture e incentiva la messa a riposo dei campi. Per ridurre l’impatto inquinante, la commissione europea vuole chiudere i rubinetti ai contadini poco “verdi”. In pratica per poter accedere al 30 per cento dei finanziamenti europei, gli agricoltori dovrebbero tagliare il 7% della produzione, lasciando a riposo parte dei terreni finora coltivati. Dal 2014, l’Europa finanzierà chi salvaguardia il paesaggio: preziosa caratteristica del nostro territorio che, però, si è andata perdendo, si è semplificata e banalizzata, non solo a causa dell’esplosione edilizia, ma anche per l’abbandono dei terreni (circa 130mila ettari l’anno) e per l’incedere di boscaglia trascurata e degradante che aumenta di 80mila ettari l’anno.

I mugugni, per la nuova riforma ci sono, perché porterebbe a una ridistribuzione dei fondi agricoli più in favore dei paesi dell’est. E’ l’altra critica della nuova riforma dell’agricoltura, che incentivando la messa a riposo dei campi, in pratica, porterebbe una contraddizione, se si calcola che già oggi più della metà della soia mondiale viene comprata dai cinesi e il rischio è restare a secco di risorse alimentari. L’Italia dà per l’agricoltura 6 miliardi di euro e ne riceve altrettanti. Nonostante i tagli, l’Ue spende per l’agricoltura una cifra consistente: 47,3 miliardi di euro nel 2011, il 41,4 per cento del bilancio Ue. E’ vero che il settore assorbe appena lo 0,4 per cento della spesa pubblica totale, ma produce solo il 2 per cento di Pil e impegna 10 milioni di persone. Gli Usa però, con solo 2,5 milioni di agricoltori, spendono più del doppio.

In sintesi, oltre che produrre eccellenze, le imprese agricole italiane, devono creare diversificando, e curare il paesaggio rurale, diventando così consapevoli pittori di un quadro che attira ogni anno milioni di turisti nel Bel Paese.

L’Italia, dovrebbe includere altri elementi, come colture promiscue, viticoltura, olivicoltura e frutticoltura tradizionale. E poi vanno conservati i prati permanenti e le superfici per il pascolo, che in Italia sono diminuiti sensibilmente, passando da 6 milioni del 1961 a 3 milioni di ettari odierni.

Il fronte Bruxelles, per la riforma Pac è fondamentale: vuol dire 5,5 miliardi di sostegno per gli agricoltori italiani ed una serie di nuove norme su etichettatura e trasparenza nella tracciabilità dei prodotti, così da rendere più dura la vita ai furbetti del cibo.

Non ci resta che lavorare, fare controlli e prevenzione. Rispetto a 20 anni fa, quando non c’era nessuna normativa comunitaria in materia, oggi buona parte della filiera agroalimentare è tracciabile……sfruttiamo questa opportunità come produttori e diventiamo consumatori più consapevoli. Donato D’Auria

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