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Eventi nazionali

Tante idee per lo sviluppo agrario del Foggiano

27 giugno 2015

Tante idee per lo sviluppo agrario del Foggiano


Foggia – Tra il 15 e il 17 giugno, nella splendida cornice dell’Università di Foggia, si è svolta, purtroppo nel l’indifferenza di media e politica nazionali, una splendida tre giorni riguardo un tema troppo spesso sottovalutato ma centrale per il nostro futuro: il recupero degli antichi borghi agricoli abbandonati. Molto spesso, si sente parlare di ritorno alla terra di molti giovani, che decidono di lasciare la città e    insicure in lavori spesso definiti “più onorevoli” (concetto nato con l’età industriale che va assolutamente rivisto, perché qualsiasi lavoro legale non può essere considerato meno “onorevole ” di un altro). Questi giovani sono giustamente considerati degli esempi virtuosi. Di come di fronte alle difficoltà ci si possa reinventare ottenendo comunque risultati lusinghieri, tuttavia, bisogna ricordare che nel mondo dell’agricoltura non va sempre tutto bene. Infatti, i problemi possono arrivare sia della natura, che non é sempre benigna, sia dall’uomo, che nonostante i proclami e le frasi di circostanza spesso non incentiva gli agricoltori, soprattutto quelli che sono fuori dal giro d’affari delle multinazionali. Se tutto ciò accade a livello locale, bisogna dire che nel sud Italia la situazione non è molto più rosea. Se è vero che molti giovani stanno via via ritornando a fare il lavoro dei loro nonni, è altrettanto vero che tra pratiche del PSR spesso in mano solo ai politici e piccoli coltivatori costretti a fare i salti mortali per vivere non è ancora facile fare impresa (virtuosa) nel settore agricolo. Vista questa non difficile situazione, un gruppo di professori e ricercatori dell’Università di Foggia, capeggiati da Fiammetta Fanizza (Responsabile Scientifico del Convegno) e Cosimo Sallustio, si sono fatti in quattro per avere a Foggia il celebre architetto americano Andres Duany, celebre per i rivoluzionari  “agrarian urbanism”  e “Charrette “, due metodi innovativi di fare urbanismo, che prevedono lo sviluppo dei borghi rurali abbandonati in armonia con le popolazioni locali. I progetti di Duany prevedono il recupero di borghi rurali attraverso la conservazione delle tipicità, ben integrate con le ultime novità mondiali in materia di energie sostenibili (Agrarian Urbanism), con il supporto della popolazione locale divisa in gruppi da dodici persone (Charrette). Certo, assicurarsi la collaborazione di un professionista come Duany non costa poco, ma sarebbe fondamentale per rivalutare borghi e masserie dimenticati come Segezia (Foggia) o Valle Scodella, spopolati o abbandonati da tempo. Rivalutarli significherebbe aprire le porte a tutti coloro che vogliono diventare piccoli produttori agricoli, con piccoli appezzamenti di terra coltivati in maniera eco sostenibile. Quando ciò accadrà, si potrà parlare in termini solo positivi del ritorno alla terra. Luigi M. D’Auria

 

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