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Un Castelmagno d'autore a "La Meiro" di Castelmagno

18 aprile 2015

Un Castelmagno d’autore a “La Meiro” di Castelmagno

Castelnagno (Cuneo) – A mille settecento metri d’altitudine, praticamente in cima ad una lunga serie di tornanti che sovrastano il Municipio di Castelmagno, si trova la frazione Chiappi dove, vicino ad un piccolo centro fondo, si trova “La Meiro”, classificato dai più come uno dei tanti caseifici che producono il locale e omonimo (del comune) formaggio, definiti da alcuni critici gastronomici come “Il Re dei formaggi.” In realtà, l’azienda agricola gestita da Giorgio Amedeo produce qualcosa di superiore rispetto al Castelmagno, comunque DOP, che si trova nei supermercati o nei nostri negozi di fiducia. Prima di parlare di cibo, tuttavia, occorre fare una precisazione sul fondatore e proprietario dell’azienda: Giorgio Amedeo. Amministratore delegato di una importante azienda di sistemi di sicurezza lombarda, Giorgio decise di aprire un’azienda agricola nella sua terra natale nel 2002 quando suo fratello, segretario del Granduca di Lussemburgo, cercava un Castelmagno d’autore da portare in dono proprio al Granduca. La stagione non era, tuttavia, quella giusta e così i due decisero di produrre il formaggio in proprio, prima aiutando un giovane imprenditore del luogo, poi, quando Giorgio si è appassionato al mestiere di “margaro”, aprendo un’azienda agricola. Da allora Giorgio si è circondato solo di collaboratori fidatissimi, quali il fido pastore e factotum Adrian e Renzo Richetta (caro amico che ha reso possibile l’intervista), che lo hanno aiutato in maniera decisiva per la crescita dell’azienda che, mi ricorda lui con orgoglio, ha ottenuto anche un primo premio all’Italian Cheese Awards, praticamente gli Oscar dei formaggi nostrani. Mentre va avanti lo splendido pranzo, a base di Castelmagno ovviamente, preparato per me da Renzo e Giorgio, prosegue anche un incontro con un uomo che si potrebbe definire come margaro, imprenditore, pazzo, visionario o pioniere. Tuttavia,se  proprio vogliamo definire un imprenditore agricolo che è fatto, fuori dagli schemi, bisogna definirlo come un amante della propria terra. Infatti è proprio per amore della sua terra che Giorgio ha deciso di produrre un Castelmagno d’Alpeggio lavorato secondo metodi tradizionali, ed è anche per amore della sua terra che ha deciso di accorciare la filiera produttiva facendosi portare il novanta per cento del latte da un margaro di Castelmagno e di produrre l’altro dieci direttamente in azienda. Ed è sempre la sua terra la vera protagonista di questa intervista perché Giorgio, quando si arrabbia con compaesani e valligiani (come un vero “montagnino”), in realtà propone al suo uditorio un piano economico basato su un turismo non invasivo e rispettoso delle tradizioni e non su produzioni industriali di Castelmagno non buono alla ricerca del guadagno facile. 

Siamo arrivati, ormai, al genepy finale (anche questo prodotto dalla ” Meiro”) e Giorgio e Renzo mi conducono presso la stagionatura dove con orgoglio mi mostrano i loro due tipi di Castelmagno, quello classico DOP e quello d’alpeggio, parte di un Presidio Slow Food di cui Giorgio è, di fatto, l’unico appassionato animatore. Insomma, questa azienda agricola, che presto sarà anche agriturismo con camere, è una delle tante eccellenze su cui questa Italia in crisi deve assolutamente puntare. Luigi M. D’Auria

A 8 gradi temperatura e al novanta per cento di umidità avviene, con una durata di 1-2 anni, la stagionatura del Castelmagno

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