San Giorgio Canavese (To) – Con una splendida sesta edizione, il mercato della Terra e della Biodiversità di San Giorgio Canavese é ripartito. Con una due giorni di eventi di alto livello, questa pacifica invasione di contadini e produttori (che “aggiorna” il concetto di tradizionale fiera di un comune rurale, trasformandolo in un’occasione di incontro fra prodotti rari e d’eccellenza di territori diversi) é tornata all’ombra del Castello medievale di San Giorgio.
Tantissima soddisfazione per il sindaco di San Giorgio, Andrea Zanusso, per tutta l’amministrazione e per la Pro Loco di San Giorgio, guidata da Teresa Gallicchio, che sono riusciti a riprendere il filo di un discorso interrotto dalla pandemia. La collaborazione con Slow Food ha dato all’evento una dimensione anche internazionale, con produttori di 4 paesi stranieri presenti al Mercato. Quindici, invece, le regioni italiane rappresentate, da nord a sud.
Una delle poche note dolenti, messa in evidenza dagli stessi organizzatori, é stato il mancato ritorno di diversi produttori che erano stati presenti al Mercato nelle prime cinque edizioni, a causa della chiusura delle loro attività. Il “ritorno alla terra” di cui spesso si é parlato negli scorsi anni, dunque, non é assolutamente semplice e le attività dei piccoli e piccolissimi produttori di qualità dovrebbero essere sostenute in modo più strutturato a livello produttivo, sociale e soprattutto burocratico.
Il mercato della terra e della biodiversità resta, dunque, un evento capofila della biodiversità nel Canavese. Oltre alle produzioni agricole di qualità, cominciano a fare capolino anche interessanti esperienze di produzione di erbe aromatiche. Le potenzialità delle erbe aromatiche sono potenzialmente infinite: possono essere alla base di un “ritorno alla biodiversità” guidato dai produttori stessi. Eventi come quello di San Giorgio Canavese possono costituire un’occasione di incontro fra produttori diverse e di ulteriori reti basate sulla condivisione di prodotti e di valori che mettano al centro la terra, la biodiversità e la qualità. Donato D’Auria