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Eventi nazionali

Le voci dei pastori si raccontano alla "Piana dei Mulini"

09 gennaio 2016

Le voci dei pastori si raccontano alla “Piana dei Mulini”

 Colle d’Anchise (Cb) –  Presso la prestigiosa cornice dell’albergo diffuso “Piana dei Mulini” di Colle d’Anchise, in provincia di Campobasso, si é svolta la bella rassegna ” La Voce del Pastore”, splendido evento dedicato al magico mondo degli zampognari, uno dei simboli più veri quanto dimenticati della civiltà contadina appenninica e meridionale. Gli organizzatori, ossia i gruppi storici degli “Zampognari del Matese” e degli “Artisti della Zampogna”, hanno scelto per questo significativo evento la location di  “Piana dei Mulini”, dove hanno trovato un fido collaboratore nel padrone di casa Michele Lucarelli e nel suo staff, che sta cercando di lavorare per incentivare il ritorno alla terra e alle campagne, valorizzando il lavoro di quei pastori e di quei contadini che producono prodotti di qualità non trattati.

L’evento ha avuto inizio alle ore 16 di sabato 9 gennaio, quando i gruppi di zampognari, provenienti da tutto l’Appennino, hanno iniziato a suonare le musiche tipiche della loro tradizione locale girovagando per tutto il borgo storico di Piana dei Mulini. Poi, alle ore 18, é iniziato il concerto di inizio anno, che ha visto anche la presenza del vescovo di Sulmona-Valva Angelo Spina, che ama comporre canzoni che rispecchiano la tradizione abruzzese.

In precedenza dicevamo che gli zampognari sono tra i maggiori interpreti delle tradizioni contadine dell’Italia Centro-Meridionale. Con il  termine Zampognari, infatti, si intendono i suonatori  della zampogna, tradizionale strumento a fiato tipico del centro-sud, lontano parente della tipicamente scozzese cornamusa. Come vuole un’antica tradizione, durante il periodo natalizio questi pastori-suonatori migrano temporaneamente in città o nei paesi più grandi, dove improvvisano concerti nelle strade o suonano casa per casa in cambio di una piccola somma di denaro o di cibo. In questo modo, durante i rigidi inverni appenninici, molti pastori riuscivano a sopravvivere e a pagare i vettovagliamenti per le greggi.

Gli Zampognari di oggi, oltre ad allietare le feste di molte persone, sono depositari di moltissime tradizioni appenniniche, che non vanno assolutamente perdute. I testi delle loro canzoni rappresentano un materiale storico di non poco conto.

Le associazioni che tramandano queste associazioni e le persone che le sostengono organizzando eventi come queste vanno ringraziate, perché senza di loro sarebbe impossibile tornare, almeno in parte, ad amare la terra come l’hanno amata gli Zampognari del passato. Luigi M. D’Auria


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