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Eventi internazionali

Misure per gli Impollinatori e prime criticità per l’Eco-Schema5 della Pac 2023-2027

22 ottobre 2023

Torino – Prosegue l’approfondimento della nostra testata sulla Pac dell’Unione Europea 2023-2027, con un articolo dedicato all’Eco-Schema5. Si tratta del quarto schema che analizziamo negli ultimi due mesi e, a nostro avviso, di una pratica di politica agricola importante, che potrebbe aiutare in modo fattivo i piccoli agricoltori intenzionati a sostenere percorsi di agricoltura naturale e rigenerazione degli ambienti naturali. Nonostante il nostro giudizio sulla Pac 2023-2027 resti positivo, non possiamo fare a meno di notare come una burocrazia eccessiva e regole eccessivamente stringenti costituiscano un limite alla piena applicazione delle pratiche virtuose della Pac.

L’Eco-Schema5 é dedicato alle misure specifiche per gli impollinatori. Si tratta di una serie di pratiche virtuose che puntano alla creazione di una rete di terreni agricoli poco stressati dal punto di vista ambientale, in cui gli impollinatori possano agire indisturbati e svolgere la loro importantissima funzione per l’ambiente e l’agricoltura.

Per quanto riguarda i divieti richiesti ai produttori, l’Eco-Schema5 prevede il divieto assoluto di utilizzo di diserbanti chimici, il divieto di utilizzo di prodotti fitosanitari durante il periodo della fioritura e il divieto di sfalcio, trinciatura e sfibratura dei terreni dal 1 marzo al 30 settembre. Si tratta di buone pratiche di agricoltura naturale che meritano di essere favorite.

Dal punto di vista degli obblighi positivi per i produttori, la normativa dell’Eco-Schema5 prevede una copertura del suolo sia con erbe spontanee che con almeno due essenze seminate parte del disciplinare dell’Eco-Schema5. Si tratta di colture selezionate e di importante valore per la biodiversità, come facelia, grano saraceno e coriandolo, senape, favino e sulla. Uno Schema dal grande valore ambientale, dunque, ma non esente da problematiche burocratiche che possono limitarne in modo importante il raggio d’azione.

Ci riferiamo, in particolare, alla non cumulabilità fra diversi Eco-Schemi, in particolare fra il 2 e il 5, decisione che a nostro avviso costringe a scelte non semplici i piccoli e micro produttori. Un problema  serio é anche la difficile reperibilità dei miscugli e delle sementi adatti all’attuazione delle pratiche previste dall’Eco-Schema5. La rete dei consorzi e degli enti locali non si é ancora attivata, se non con qualche piacevole eccezione, e per i produttori é difficile adeguarsi al nuovo disciplinare. Anche la burocrazia, con controlli spesso eseguiti unicamente via satellite, rappresenta un limite, soprattutto per le piccole aziende agricole a conduzione familiare, che potrebbero essere favorite da ricognizioni fatte di persona, in grado di attestare in modo preciso l’attuazione delle pratiche agricole naturali.

Il GiardinOrtoFruttetOliveto di Mezzana della Terra costituisce un ottimo laboratorio di possibile attuazione dell’Eco-Schema5, i cui fondi costituirebbero il riconoscimento di una lavoro ambientale e agricolo ormai decennale, che include anche gli Schemi 2 e 3, ma che trova nell’Eco-Schema5 il suo coronamento, nell’ambito di un progetto di rigenerazione dell’agricoltura naturale del territorio dei Monti Dauni. Donato D’Auria

 

 

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