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Degustando

Sette nuovi vitigni entrano a far parte della AOC Bordeaux

17 settembre 2019

Il sindacato dei produttori di Bordeaux e Bordeaux Supérieur ha approvato l’uso di sette nuovi vitigni. A fare da cornice, i cambiamenti climatici.

Sino a quest’anno nel bordolose si potevano utilizzare 14 vitigni: sei uve nere e otto uve bianche. Alcune varietà sono principali, mentre altre sono sempre state considerate complementari ma, anche se presenti in quantità minore, quest’ultime sono il tocco che determina la qualità finale.

Per quanto riguarda i rossi, ad esempio, oggi il vigneto bordolese è composto da Merlot (66%), Cabernet Sauvignon (22,5%),  Cabernet Franc (9,5%), Malbec (1,7%),  Petit Verdot (1%)  et Carménère (0,05%).

Le nuove varietà approvate all’assemblea generale annuale del sindacato sono quattro rossi, Touriga Nacional, Arinarnoa, Castets e Marselan, e tre bianchi, Alvarinho, Liliorila e Petit Manseng.

Le prime nuove viti dovrebbero essere piantate durante la stagione 2020/2021 e i viticoltori avranno la possibilità di piantare i nuovi tipi di vite fino al 5% della superficie del loro vigneto e di aggiungere fino al 10% della loro produzione al blend, sulla base del disciplinare AOC attuale.

La mossa può essere vista come uno storico passo di adattamento ai cambiamenti climatici per l’industria vinicola di Bordeaux, sebbene vi sia convergenza sul fatto che siano ancora necessarie misure più grandi.

Le viti sono state scelte principalmente per la loro ridotta suscettibilità (ma non per la resistenza) alle malattie, la loro maturazione tardiva e la capacità di mantenere l’acidità e il volume di fronte al clima più caldo degli ultimi anni e alle gelate fuori stagione. Il tutto mantenendo sapore, aroma, produzione e livelli di qualità esistenti.

Bordeaux apre quindi le porte a un’innovazione varietale. I responsabili del sindacato sono preoccupati per l’aumento eccessivo delle gradazioni zuccherine e la perdita di acidità fissa delle uve, in particolare per il Merlot, a seguito del riscaldamento del clima. Inoltre rimane sul tavolo, per i prossimi anni, l’opzione di introdurrevarietà ibride resistenti.

Uve nere:

Touriga Nacional: vitigno portoghese a maturazione tardiva che può ridurre il rischio di danni da gelo o calore ed è meno suscettibile alla maggior parte delle malattie fungine.

Arinarnoa: incrocio Tannat / Cabernet Sauvignon, poco suscettibile al danno da muffa grigia, con bassi livelli di zucchero e buona acidità. I vini sono ben strutturati, colorati e tannici con aromi complessi e persistenti.

Castets: una varietà di uva bordolese dimenticata che è meno suscettibile al marciume grigio, all’oidio e alla muffa.

Marselan: un incrocio Cabernet Sauvignon / Grenache a maturazione tardiva a minor rischio di gelo primaverile, calore, marciume grigio, muffa e acari.

Uve bianche:

Alvarinho: un’uva aromatica che può compensare gli aromi persi a causa del caldo, a minor rischio di danni da muffa grigia, bassi livelli di zucchero e buona acidità.

Liliorila: un incrocio Baroque e Chardonnay che, come Alvarhino, presenta una buona qualità nei profumi anche maturando ad alte temperature.

Petit Manseng: una varietà a maturazione tardiva piuttosto resistente a muffa grigia e con elevata acidità. Malico

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