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Eolico sui Colli della Daunia: un Consumo di suolo coltivabile intollerabile per il Paesaggio

16 settembre 2021

Candela (Fg) – I piccoli comuni della Provincia di Foggia e del Subappennino Dauno si sono presi una parziale rivincita contro le grandi aziende del settore eolico. Troverà finalmente applicazione, infatti, una sentenza della Corte Costituzionale che obbliga le aziende del settore a versare le proprie quote per lo sfruttamento del suolo su cui si trovano i parchi eolici.

Si tratta di un problema economico importante, che ha impegnato alcuni comuni per cifre superiori al milione di euro totale (nel caso di Candela si parla di circa 3 milioni), il cui mancato pagamento puó portare diversi enti vicini al dissesto economico, ma che espone in modo chiaro alcuni degli errori commessi dalla classe politica locale e nazionale negli ultimi due decenni (di sfruttamento del territorio per la realizzazione di parchi eolici si parla in modo consistente già dalla fine degli anni Novanta, con la realizzazione delle prime “pale”).

La realizzazione di una transizione ecologica non può non tenere conto del concetto di sostenibilità a tutto tondo. Il consumo di suolo coltivabile provocato dalla realizzazione dei parchi eolici, infatti, ha avuto un impatto importante sul territorio, così come le modalità di assegnazione delle concessioni sono state non chiare in diversi casi, evidenziando un rapporto fra Comuni, Regione ed Unione Europea che andrebbe ridefinito, per limitare la burocratizzazione delle pratiche ma anche all’insegna della legalità.

Proprio in questo senso, il convegno svoltosi a Candela il 16 luglio scorso deve rappresentare un punto di partenza nuovo. La presenza di istituzioni locali, delle forze dell’ordine e dell’avvocatura dello Stato, che hanno parlato alla cittadinanza della sentenza che ha premiato i comuni foggiani, deve costituire il punto di partenza per fermare un sistema tutt’ora in vigore, con circa 250 richieste di concessione bloccate, che potrebbero far aumentare ulteriormente la quantità di suolo coltivabile rovinato in modo definitivo.

Negli ultimi mesi, la questione ambientale e la transizione ecologica sono entrati in modo ancor più prepotente nel dibattito pubblico. La produzione di energia da fonti rinnovabili si é imposta come tematica sempre più urgente, ma essa non puó essere contrapposta alla produzione agricola (specialmente quella naturale) e non può diventare una forma ulteriore di speculazione finanziaria, trasformandosi in un elemento insostenibile per lo sviluppo delle comunità e per la conservazione del paesaggio. Luigi M. D’Auria

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