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MENSILE REGISTRATO AL TRIBUNALE DI TORINO N° 6 DEL 25.02.2014 - DIRETTORE RESPONSABILE DONATO D'AURIA

Paesaggio

Nuovo rinascimento per l’Europa Agricola

04 marzo 2014

Nuovo rinascimento per l’Europa Agricola

Il paesaggio rurale diventerà protagonista della biodiversità della nuova Pac (la Politica agricola comunitaria), messa a punto dalla Commissione europea e valida dal 2014 al 2020. L’Europa investe fondi nella tutela del paesaggio, favorendo chi limita le emissioni di carbonio e l’uso dei concimi chimici e contrastando un’agricoltura divoratrice di energia. L’Europa agricola volta pagina: c’è un’inversione di tendenza; in sette anni la Pac destinerà 400 miliardi di euro all’agricoltura comunitaria, di cui 1 miliardo e 200milioni ogni anno sarà indirizzato ad interventi agro-ambientali, il cosiddetto geening. Uno dei punti di svolta è la previsione di un incentivo a chi diversifica le colture. L’Articolo 30 del programma stabilisce che, per accedere ai finanziamenti, ogni agricoltore che possiede oltre 3 ettari di superficie deve praticare almeno 3 diverse coltivazioni: chi possiede 100 ettari può seminare a granturco, grano per esempio, non più del 70 per cento, il 15 deve destinarlo a pomodori, zucchine, verza o ravanelli, il restante a legumi o ad alberi da frutta. Dal 2014, l’Europa finanzierà chi salvaguarda il paesaggio: preziosa caratteristica del nostro territorio che, però, si è andata perdendo, si è semplificata e banalizzata, non solo a causa dell’esplosione edilizia, ma anche per l’abbandono dei terreni, (circa 130mila ettari l’anno), e per l’incedere di boscaglie trascurata e degradante, che aumenta di 80mila ettari l’anno.

L’Articolo 32 del programma europeo indica un’altra strada: almeno il 7 per cento di ogni proprietà deve essere costituito da aree di interesse ecologico, che possono avere al loro interno terreni a riposo, terrazzamenti e altri elementi caratteristici del paesaggio, che poi andranno definiti territorio per territorio, ma di cui la Commissione ha stilato una prima affinizione (terrazzamenti, siepi, alberi in filare in generale). Per l’Italia, dovrebbe includere altri elementi, come colture promiscue, viticoltura, olivicoltura e frutticoltura tradizionale. E poi vanno conservati i prati permanenti e le superfici per il pascolo, che in Italia sono diminuiti sensibilmente, passando da 6 milioni del 1861 a 3 milioni di ettari odierni.

In sintesi oltre che produrre eccellenze, le imprese agricole italiane, devono creare, diversificando, e curare il paesaggio rurale, diventando così consapevoli pittori di un quadro che attira ogni anno milioni di turisti del Bel Paese.

Il fronte Bruxelles, per la riforma Pac è fondamentale: vuol dire 5,5 miliardi di sostegno per gli agricoltori italiani; una serie di nuove norme su etichettatura e trasparenza nella tracciabilità dei prodotti, così da rendere più dura la vita ai furbetti del cibo.

Non ci resta che lavorare, fare controlli e prevenzione. Rispetto a 20 anni fa, quando non c’era nessuna normativa comunitaria in materia, oggi buona parte della filiera agroalimentare è tracciabile…..sfruttiamo questa opportunità come produttori e diventiamo consumatori più consapevoli. Donato D’Auria

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