Finalmente si discute di Made in Italy
Milano e Lodi- Finalmente l’EXPO si dimostra non soltanto un gigantesco luna Park dedicato al cibo ma anche un luogo dove discutere di temi scottanti quale, per l’appunto, l’esatta definizione del concetto di Made in Italy. Infatti, deve essere considerato come Made in Italy un prodotto fatto con materie prime estere e trasformato in Italia o soltanto uno le cui materie prime sono italiane come il luogo della produzione. La risposta non è così scontata, ma occorre dare una risposta ai consumatori in fretta. Altro tema affrontato nella tavola rotonda svoltasi nella splendida cornice del Padiglione “Cibus é Italia , Federalimentare” é stato quello, particolarmente rovente, dell’etichettatura. Se i lobbisti di Bruxelles continuano a sostenere che essa non é così necessaria, é necessario (scusate il gioco di parola) ribellarsi ad un’Unione Europea che, in questo caso, ha messo in mostra tutta la corruzione di cui é capace la politica. Visto che l’EXPO si é svegliato, ci sembra giusto dare spazio a tutti gli eventi di qualità organizzati. Slow Food ha, infatti, organizzato una grande riunione di giovani contadini che producono prodotti biologici e sani, salvaguardando le produzioni locali e la biodiversità, messa a rischio dagli stessi lobbisti che, per nascondere i loro misfatti, non vogliono scrivere la verità sui loro prodotti, spesso prodotti con metodi che farebbero ribrezzo, se solo ci fermassimo un’attimo a pensare quando li compriamo. Ovviamente, anche l’ormai mitico Parco Tecnologico di Lodi non é rimasto fermo a guardare, continuando a sperimentare e a promuovere la sperimentazione alla ricerca di qualità e sviluppo sostenibile. Grazie al Parco, infatti, é stato possibile stipulare un accordo di collaborazione tra Italia e Cile. Da oggi, dunque, basta ai prodotti italiani contraffatti nel paese sudamericano (almeno sulla carta, speriamo anche in pratica) e sì alle agevolazioni alle reciproche esportazioni e importazioni di prodotti di qualità e sì a progetti di sviluppo sostenibile pensati da gruppi di lavoro italo-cileni. É inutile nasconderlo, cari venticinque lettori, questo é il lato di EXPO che preferiamo. Infatti, eravamo decisamente stufi dello show mediatico allestito in nome delle multinazionali, non funzionale allo sviluppo sostenibile del pianeta. Dunque, speriamo che questo ultimo spicchio di esposizione possa davvero consegnare al mondo qualcosa di concreto per lo sviluppo sostenibile del pianeta. Altrimenti, questa Esposizione non sarà stato niente di più che un luna Park globale dedicato al cibo. Donato D’Auria