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Degustando

Giacomo Tachis: parlano i vini.

09 ottobre 2019

Giovedì 03 ottobre 2019 – Serata ONAV Torino all’insegna del ricordo di Giacomo Tachis, scomparso il 6 febbraio 2016, all’età di 82 anni. Un incontro nel corso del quale è stato presentato agli intervenuti il libro sulla vita del grande enologo, “Giacomo Tachis – Mescolavin”. Il libro, edito da Fondazione Chianti Banca, a cura di Andrea Cappelli, è una vera e propria opera di circa 500 pagine per onorare la vita, il pensiero e i luoghi che hanno caratterizzato l’attività del grande enologo, arricchita di una sezione di preziose ricette di chef stellati da abbinare alle etichette più importanti pensate e realizzate dal maestro e che rappresentano un vanto per l’intera l’enologia italiana. Di grande effetto, anche per le dimensioni del volume, le fotografie di Bruno Bruchi.

Molto azzeccata la scelta della copertina: il “Giovinetto di Mothia”, statua in marmo conservata presso la Fondazione Giuseppe Whitaker, omaggio all’amore di Tachis verso quest’isola e per i classici.
Giacomo Tachis, come ha spiegato Stefano Mecocci Presidente della Fondazione ChiantiBanca, ha donato tutto il suo preziosissimo materiale cartaceo alla Fondazione ChiantiBanca per custodire e rendere fruibile la sua preziosa biblioteca personale. Il maestro degli enologi italiani ha donato la sua biblioteca alla Fondazione ChiantiBanca, donazione che Tachis concluse nel 2012, firmando tutti gli atti necessari proprio in mezzo a quei libri, a casa sua. La scelta è stata determinata in quanto conosceva bene la filosofia della banca e il legame con il territorio, oltre 3.500 i volumi che compongono la donazione sono stati censiti uno per uno da tre archivisti per un mese e mezzo. “Ci sono libri sul vino, spiega Mecocci, ma non solo. C’è tutta la vita e la cultura di un uomo di elevato spessore, di grande conoscenza e di studio. Ci sono anche tutti i faldoni che custodiscono i segreti, le ricette dei vini che hanno reso famoso Giacomo Tachis. Ma anche suoi lavori inediti, come gli scritti sugli aceti o sul Vinsanto.

Numerosi gli interventi che hanno permesso di conoscere meglio la figura di Tachis. Nell’ordine hanno partecipato Andrea Cappelli e Bruno Bruchi, autore e fotografo del libro, l’enologa Graziana Grassini che ha preso il posto di Tachis presso la Tenuta San Guido dopo esserne stata allieva. Di rilevante spessore anche l’intervento del Conte Aldo Maria Brachetti Peretti (Azienda vinicola Il Pollenza) e del Barone Salvatore La Lumia (Tenute Barone la Lumia). A fare da perfetta padrona di casa la giornalista, nonché vice delegato della sezione ONAV Torino, Piera Genta che condotto la serata intervistando gli intervenuti mentre nel calici venivano serviti i seguenti vini:

San Leonardo 2011 della Tenuta San Leonardo in Vallagarina nel Trentino di proprietà della famiglia Guerrieri Gonzaga. Un taglio bordolese (Cabernet Sauvignon, Carmenère e Merlot) invecchiato in piccole botti di rovere nato nei primi anni 80 e prodotto solo nelle annate eccezionali. Un ventaglio olfattivo che si esprime con profumi di frutti di bosco, cioccolato. Elegante e di grande rotondità.

Pollenza 2006 della Tenuta del Conte Aldo Maria Brachetti Peretti a Tolentino nelle Marche. Un’annata particolarmente preziosa, ultima versione di Giacomo Tachis, che il Conte conserva nella sua “riserva personale” proprio in omaggio alla grande amicizia che lo legava al suo enologo. Cabernet sauvignon, Merlot e Cabernet franc dall’esordio olfattivo avvolgente, trama tannica molto fine, armonico con buona acidità.

Terre Brune 2010 della Cantina Santadi nella zona sud-occidentale della Sardegna nel cuore del Sulcis. Un vino nato nel 1984, primo rosso barricato in Sardegna ed oggi simbolo della cantina. Uvaggio di Carignano e Bovaleddu da antichi vigneti del basso Sulcis allevati ad alberello, alcuni dei quali ancora franchi di piede. Dal bicchiere emergono profumi complessi di frutti rossi, spezie dolci, tabacco e cioccolato. Buon equilibrio.

Mille e una notte 2016 della cantina Donnafugata nella Sicilia sud-occidentale. Uvaggio di Nero d’Avola, Petit Verdot e Syrah. Profilo olfattivo ampio con profumi di mora che si fondono con le note balsamiche. Tannino in equilibrio.

Don Totò 2009 della Tenuta dei Baroli La Lumia nella piana di Licata nell’agrigentino. Nero d’Avola elevato in barrique dedicato ad un antenato della famiglia. Eleganti note di frutta rossa matura, cioccolato, tocchi mentolati. Rotondità e morbidezza.

Tignanello 2016 della Tenuta dei Marchesi Antinori nel Chianti Classico dal vigneto omonimo. Si tratta del primo Sangiovese ad essere affinato in barriques ed il primo vino rosso moderno assemblato con varietà non tradizionali e senza uve bianche. Blend di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Note di frutta scura, predomina la prugna con sensazioni balsamiche ed una nota di vaniglia perfettamente integrata. Ricco, sapido, persistente. Tannini morbidi.

Sassicaia 2003 della Tenuta San Guido, zona di Bolgheri, di proprietà dei Marchesi Incisa della Rocchetta. In formato magnum: Cabernet sauvignon e Cabernet Franc. Preziosi rimandi di ribes nero ed erbe della macchia mediterranea. Note di legno presenti con tannini di elevata qualità ed una buona progressione gustativa con finale vivace e fresco.

Vin Santo 2007 della Tenuta Riseccoli in Greve in Chianti. Uvaggio di Malvasia, Trebbiano e Sangiovese dal profondo colore ambra. Un ventaglio olfattivo in cui si riconoscono i frutti tropicali, le albicocche ed il miele. Una struttura interessante’ finale fragrante sostenuto da una bellissima acidità. Malico

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